Il soke Iwami Toshio Harukatsu, 11esimo maestro della scuola Hyoho Niten Ichi Ryu fondata da Miyamoto Musashi, è stato recentemente in visita in Francia, su invito del suo allievo Philippe Nguyen Thien Thanh. Abbiamo approfittato della sua visita per fargli alcune domande sulle scuole tradizionali, le cosiddette Koryu, e sugli insegnamenti di Musashi.
Di Hiroko Miwa e Constantino Arteaga. Traduzione italiana di Lorenzo Ricci.
Nguyen Thanh Thiên: Iwami Soke, siamo molto lieti di accoglierla di nuovo in Francia per una seconda visita, grazie per essere qui con noi. Lei è l’11esimo Maestro del Hyoho Niten Ichi Ryu, una delle antiche scuole tradizionali giapponesi, note anche come koryu. In Occidente, siamo abituati alle moderne scuole di arti marziali quali il Judo, il Karate o il Kendo, che sono nate 125 anni fa. Per i praticanti di queste arti, è difficile cogliere le caratteristiche dell’insegnamento di una koryu. Le saremmo grati se ci volesse parlare di questo argomento.
Può dirci quali sono i criteri che distinguono una Koryu dalle altre scuole?
Iwami Toshio soke: Ciò che è importante nelle “koryu”, arte marziale tradizionale giapponese, è il modo tradizionale di praticare il “keiko”, l’allenamento. Qui il keiko si basa sui “kata” e il metodo di allenamento è stato mantenuto su tre livelli: “shu”, “ha”, e “ri”.
Per “shu” si intende la ripetizione del keiko per imparare i kata tramandati da generazione in generazione. In questo livello non possono essere fatte domande al maestro, si deve solo ripetere il kata senza essere tentati dal minimo pensiero interiore sui kata. In questo modo con l’apprendimento dei kata il proprio sé interiore si svilupperà e anche ripetendo lo stesso kata, si possono acquisire i movimenti. Dopo molti altri keiko accompagnati da un allenamento spirituale, si raggiunge il livello “ri”. In questa fase, in cui si prescinde dalla forma, il kata può essere svolto liberamente e nello stesso tempo risultare perfettamente eseguito. Oggi parliamo di “koryu” per distinguerla da sport come il judo o il kendo, che sono stati reimpostati dopo il restaurazione Meiji.
Nguyen Thanh Thiên: La sua koryu, scuola tradizionale, ha ereditato l’insegnamento elaborato da Miyamoto Musashi ed è stato aggiornato nel corso dei secoli. Come riesce a trovare un equilibrio tra l’evoluzione richiesta e la necessità di preservare il patrimonio dell’arte di Musashi, visto che ogni generazione si evolve e si adatta al proprio tempo?
Iwami Toshio soke: Trasmettere gli insegnamenti di Musashi e il seiho fedelmente alla prossima
generazione senza dimenticare o perdere nulla: questa è la tradizione, questo è il kokoro giapponese.
Nguyen Thanh Thiên: Il lavoro di Miyamoto Musashi è studiato in molte scuole in varie discipline. Molti si dichiarano eredi di questi insegnamenti e talvolta anche della sua scuola, Hyoho Niten Ichi Ryu. Puoi dirci qual’è il vostro legame con queste scuole?
Iwami Toshio soke: Nel Hyoho Niten Ichi Ryu il successore deve essere dedito alla pratica e dimostrare ai suoi contemporanei, attraverso il suo esempio, che gli insegnamenti e il kokoro del suo fondatore sono veri e autentici. Questa è la mia missione come Soke.
Quelle scuole di cui parla non hanno assolutamente alcun legame con la nostra scuola Niten-Ichiryu.
Nguyen Thanh Thiên: Un modo per non perdere nulla del passato è di metterlo per iscritto. Potrebbe dirci se la storia del Hyoho Niten Ichi Ryu, i suoi eventi e la sua scienza, sono stati trascritti e in caso affermativo, in che misura tali documenti sono accessibili?
Iwami Toshio soke: Musashi scrisse il “Libro dei Cinque Anelli” al fine di mantenere una traccia della Via Hyoho, raggiunta e adottata dopo aver trascorso tutta la sua vita su di essa. E’ fondamentale leggere e rileggere più e più volte questo “Libro dei Cinque Anelli”, fino a quando i contenuti diventano parte di ognuno, e anche di continuare a praticare il “seiho” (kata). In giapponese la pratica si chiama “tanren”. Nel suo “Libro dei Cinque Anelli”, Musashi scrisse che “tan” è l’allenamento per un migliaio di giorni mentre “ren” è l’allenamento per 10 mila giorni. Vale a dire che bisogna sforzarsi di perseguire il keiko o la pratica per tre anni, dieci anni, l’intera vita. Musashi ha insegnato che l’unica verità è nel cuore sincero e nella retta via.
Nguyen Thanh Thiên: Le scuole antiche, o koryu, sono oggetto di pochi libri specializzati. Sebbene questi libri facciano un po’ di luce su di esse, sembra difficile immaginare di studiare una Koryu – in particolare Hyoho Niten Ichi Ryu – esclusivamente attraverso i manuali, rimanendo lontani dalla guida sapiente del Maestro. Secondo lei, per uno studente, quand’è il caso di ricorrere a fonti teoriche, storiche ed accademiche? Quale valore attribuisce al ruolo del Maestro autentico nello studio della spada di Musashi? E più in generale nella Via della Spada?
Iwami Toshio soke: Uno studente che vuole studiare le fonti teoriche, storiche ed accademiche in modo efficiente, avrà bisogno di leggere i seguenti passi tratti dal “Libro dei Cinque Anelli”:
“Questa è la via da seguire per gli uomini che vogliono imparare la mia strategia:
- Non pensare in modo disonesto.
- La Via è nella pratica (non nel pensiero).
- Venire a conoscenza di ogni arte (non solo di una).
- Conoscere la Via di tutte le professioni (non solo della propria).
- Distinguere tra profitto e perdita nelle questioni del mondo.
- Sviluppare un giudizio intuitivo e la comprensione di tutto.
- Percepire le cose che non possono essere viste.
- Prestare attenzione anche alle inezie.
- Non fare nulla che non sia di alcuna utilità.
E ‘importante iniziare fissando questi principi di massima nel vostro cuore ed allenarsi nella Via della strategia “.
“Passo dopo passo, percorrete a piedi la strada delle mille miglia. Studiate la strategia nel corso degli anni e acquisite lo spirito del guerriero. Oggi è la vittoria su come eravamo ieri; domani è la vittoria sugli uomini inferiori. Successivamente, se volete battere uomini più abili, allenatevi secondo quanto riportato in questo libro, in modo da non permettere al vostro cuore di essere sviato. Anche se sconfiggiate un nemico, e lo avete fatto in contrasto con tali principi, non è la vera Via. È necessario che apprendiate i principi attraverso un migliaio di giorni di studio, e che vi perfezioniate attraverso10 mila giorni di studio. Dovete studiare questo a fondo.
L’insegnante è l’ago, l’allievo il filo”.
Nguyen Thanh Thiên: Hyoho Niten Ichi Ryu è una scuola dove non vi è competizione e dove il combatttimento (fra l’altro sempre formale) non è ricercato. Potrebbe chiarire tali ragioni?
Iwami Toshio soke: Come ho detto in precedenza, si ripete il “seiho” (kata) attraverso tre livelli:
“shu, ha, ri”. Così il proprio io fiorisce e anche nella ripetizione dello stesso kata, sarà acquisita una degna postura anche nel caso in cui vengano ignorati i dettagli della forma. Tutto ciò grazie alla libertà data alle mani, agli occhi, al corpo e allo spirito che reagiscono perfettamente ai dettami della volontà. A questo livello di trascendenza fisica e spirituale, non esiste più sconfitta, qualunque sia la via da noi scelta, sia che assumiamo personale o governiamo un paese.
Nguyen Thanh Thien e Iwami Toshio Harukatsu soke
Nguyen Thanh Thiên: Le radici della sua scuola in Europa risalgono al primo corso da lei tenuto nel 2004. Ci può spiegare quello che si aspettava dai suoi studenti? Può spendere una parola circa il rapporto tra maestro e allievo? Si può parlare di diritti e doveri? Cosa direbbe che differenzia i suoi studenti europei da quelli giapponesi?
Iwami Toshio soke: “Il maestro è l’ago, gli allievi il filo.” La missione degli allievi è quella di conformarsi a quello che il maestro ha impartito loro e cercare di praticare il keiko e ancora keiko. Gli insegnamenti di Musashi sono universali. Non c’è distinzione tra Europa e Giappone.
Nguyen Thanh Thiên: La sua scuola ha deciso di aprire agli europei e lei stesso, attraverso la padronanza della sua arte, di sostenere i loro sforzi. La condivisione di tale patrimonio potrebbe essere fonte di preoccupazione per noi occidentali, ma alla luce di questa discrepanza culturale, cosa pensa sia possibile trasmettere attraverso il suo insegnamento?
Iwami Toshio soke: Il significato di “seiho” nel Niten-Ichiryu (il keiko) è: “Sia che l’attacco sia una coltellata o un taglio, assicurati di rischiare la vita nello sferrare il colpo”. In ciò si fonda l’autentico attacco di taglio o da pugnale, a prescindere da qualsiasi distinzione tra Est e Ovest, e in ciò si trova anche un cuore sincero. L’arte marziale di Musashi incarna il giapponese kokoro, ma al tempo stesso è un insegnamento universale. Quello che propongo di fare è di andare avanti insieme in questa Via, e di diffondere questo incontro eccezionale con Musashi.
Nguyen Thanh Thiên: La sua scuola insegna Kenjutsu. Cos’è il Kenjutsu rispetto al Kendo, che è un po’ meglio noto agli occidentali?
Iwami Toshio soke: Il Kenjutsu (koryu) è alla base stessa del moderno Kendo. Si deve imparare a conoscere se stessi quando si pratica un keiko. Poi si devono superare le debolezze che troviamo dentro di noi. Questa è la via per l’umanità, e qui si riconosce la cultura distintiva del Giappone.